Intervento di Nicoletta Pozzi durante l'assemblea pubblica del 21 ottobre 2016.
La nostra idea è quella di creare un welfare comunale più comunitario e partecipato puntando sulla collaborazione costante e trasparente con l’associazionismo locale (contiamo più di 50 associazioni tra Saluggia e Sant’Antonino) per trovare soluzioni immediate ai problemi della vita quotidiana e stimolare e vivacizzare la comunità.
Gli ambiti su cui crediamo ci sia ancora da lavorare sono molti:
Scuola, dall’asilo nido alla scuola primaria anche in ottica di servizio alle famiglie dove entrambi i genitori lavorano e non hanno un tessuto famigliare che le supporti;
Giovani, soprattutto le fasce a rischio 13-16 anni (ultimi due anni delle medie, primi due anni delle scuole superiori) ; questi ultimi vanno coinvolti nelle attività che si svolgono sul territorio e fatti partecipare ai processi politici del paese. Perché non pensare ad un Polivalente come centro di incontro?
Disabili, l’Amministrazione deve impegnarsi ancora di più ad eliminare le barriere architettoniche , ma anche e soprattutto le barriere sociali e culturali; il Comune deve avere un ruolo sempre piu’ attivo nel CISS e nella Don Dattrino, di cui è socio di minoranza;
Disoccupati e categorie svantaggiate: bisogna trovare delle soluzioni magari anche semplici ma facilmente attuabili come ad es. lavorare su progetti già introdotti dalle passate amministrazioni come i cantieri di lavoro ed introdurre la Banca del Tempo dove avviene un libero scambio di competenze, “pagate” a ore di lavoro anziché con valuta.
La nostra idea è quella di creare un welfare comunale più comunitario e partecipato puntando sulla collaborazione costante e trasparente con l’associazionismo locale (contiamo più di 50 associazioni tra Saluggia e Sant’Antonino) per trovare soluzioni immediate ai problemi della vita quotidiana e stimolare e vivacizzare la comunità.
Gli ambiti su cui crediamo ci sia ancora da lavorare sono molti:
Scuola, dall’asilo nido alla scuola primaria anche in ottica di servizio alle famiglie dove entrambi i genitori lavorano e non hanno un tessuto famigliare che le supporti;
Giovani, soprattutto le fasce a rischio 13-16 anni (ultimi due anni delle medie, primi due anni delle scuole superiori) ; questi ultimi vanno coinvolti nelle attività che si svolgono sul territorio e fatti partecipare ai processi politici del paese. Perché non pensare ad un Polivalente come centro di incontro?
Disabili, l’Amministrazione deve impegnarsi ancora di più ad eliminare le barriere architettoniche , ma anche e soprattutto le barriere sociali e culturali; il Comune deve avere un ruolo sempre piu’ attivo nel CISS e nella Don Dattrino, di cui è socio di minoranza;
Disoccupati e categorie svantaggiate: bisogna trovare delle soluzioni magari anche semplici ma facilmente attuabili come ad es. lavorare su progetti già introdotti dalle passate amministrazioni come i cantieri di lavoro ed introdurre la Banca del Tempo dove avviene un libero scambio di competenze, “pagate” a ore di lavoro anziché con valuta.
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