Quaglino: una vetrina della Saluggia che verrà

Da anni a Saluggia si parla dell’area Quaglino. Diversi progetti di rilancio da parte di privati sono miseramente falliti così nel 2014, l’Amministrazione Barberis l’ha acquistata per circa 700mila euro, senza però ben sapere cosa farci.

Di idee su come riqualificare l’area se ne sono sentite molte, ma di studi di fattibilità nemmeno l’ombra (ma c’è chi è pronto a scommettere che dai cassetti del Sindaco qualcosa salterà fuori, magari qualche settimana prima delle elezioni?).

Nel frattempo viene rifatta via Lusani e sorge un nuovo problema: la carenza di parcheggi. Così, dopo due anni di totale immobilismo e un mandato agli sgoccioli, ecco che spunta il progetto di nuove aree di sosta sul piazzale Quaglino. Il tutto senza aver messo in conto la ristrutturazione dell’ex-opificio, su cui permane la destinazione ad uso commerciale.

Ecco perché si interviene solo sul piazzale: per cambiare la destinazione d’uso su tutta l’area occorrerebbero spendere altri soldi (presumibilmente 7/8mila euro) e tempo (un bel po’) per variare il Piano Regolatore, approvato definitivamente non più tardi del 30 luglio 2015. Il tutto perché l’Amministrazione stessa si è scordata di dire all’Urbanista, che ha redatto il piano al costo di 100mila euro circa, di aver acquistato quell’area e che quindi di variare la destinazione d’uso in sede di approvazione definitiva.

In altre parole, stiamo iniziando a costruire la casa partendo dal cortile, senza nemmeno sapere che tipo di casa vogliamo! E questo ci costringerà a pagare altri soldi per eliminare quei vincoli che la stessa Giunta si è data e che poteva cancellare a costo zero. Un modo di procedere irrazionale che non condividiamo.

A nostro avviso Quaglino dovrà essere la vetrina di Saluggia, un nuovo polo aggregativo e sociale, destinato a cambiare il volto del paese per i prossimi 30-50 anni.

Ecco perché crediamo che un progetto così importante vada discusso e condiviso con i cittadini e le Associazioni, i veri fruitori degli spazi. L’idea è quella trasformare l’area in una sorta di Casa di Quartiere, in parte coperta e in parte scoperta, all'interno della quale i cittadini potranno incontrarsi e sviluppare progetti, avere le loro sedi in cui vivere momenti di socialità e organizzare feste senza il timore del maltempo. Insomma un centro civico pensato per i cittadini.

E proprio per questo motivo che è coi cittadini e intorno ai cittadini che deve essere costruito. Le Amministrazioni passano, ma le opere restano. E se fatte male toccherà a chi verrà dopo mettere mano al portafogli per aggiustare ciò che si poteva fare meglio dall’inizio. Con un semplice dialogo.


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